Il “mondo delle cazzate” era un mondo nel quale mio fratello ed io, da bambini, fuggivamo con la fantasia. Un mondo dell’altrove in cui l’assurdo era la regola, un mondo spesso al contrario. “Gianluca – gli dicevo – ma nel mondo delle cazzate è già estate ed è finita la scuola?”. “Si – mi rispondeva lui come da nostra consuetudine – nel mondo delle cazzate siamo già al mare!” E ridevamo. Poi mi chiedeva qualcosa lui, ed io aggiungevo particolari a mia volta. Erano domande retoriche, l’altro doveva soltanto dare l’ok e dire che sì, nel mondo delle cazzate in quel momento era così! Ma quel mondo esisteva. Lo vedevamo, ne coglievamo la luce ed il profumo.
Oggi quel mondo mi sono persuaso di poterlo rivedere.
E credo di esserci riuscito.
Non mi sono immalinconito.
Dopo non ero triste.
Ho riso.
Il mondo delle cazzate.